La mostra vuole introdurre lo spettatore nelle varie serie realizzate, negli ultimi dieci anni, dai fotografi Andreana Scanderbeg & Alexander Sauer, abili narratori delle tecnologie di controllo.
Nelle loro realizzazioni c'è la fiducia nell'innovazione tecnologica, la bellezza dell'architettura contemporanea; quale migliore espressione della vita urbana che cambia.
Ogni scatto dimostra come immortalare l’ architettura non sia meno complesso che cogliere l'espressione giusta di un volto in un ritratto.
La mostra racconta di gente e mondi urbani attraverso il paesaggio costruito, considerando la fotografia lo strumento forse più adatto e ambizioso per documentarlo. Piuttosto che della simbiosi tra le due discipline,’ Iconic Geography ‘tratta di come un percorso fotografico possa aiutare a orientare lo sguardo: dalla vita immaginata intorno a siti impervi,all’analisi dell’impatto industriale sul territorio e di come si sviluppi il lavoro nei contesti industriali.
I fotografi hanno esplorato i più svariati posti geografici sul bordo della civiltà dove l'uomo, spesso, capitola e cede. Nelle immagini esteticamente perfette hanno evocato il passato glorioso di aerei iconici che sono abbandonati nel deserto. Le cui carcasse ci raccontano di viaggi, esaltandone le linee e le forme.
Nella nuova serie, ‘ Chavalon ‘ hanno catturato la bellezza morbosa del progresso e individuato un’estetica della perdita del controllo.
Merci, treni, navi, processi di produzione e paesaggi industriali riempiono le periferie del mondo; raccontandoci di un progresso e di spostamenti, viaggi e mondi fatti di lavoro nel quale l’uomo nelle aziende applica le tecnologie e l’ innovazione.
Un mondo, non a tutti conosciuto, appare ai nostri occhi nel quale il tempismo e la determinazione ci raccontano di progressi e sconfitte; dove stiamo andando, e dove probabilmente arriveremo nelle nostre scoperte e nell’ evoluzione dell’ economia.
Se fino a qualche decennio fa, le fotografie che raccontavano il mondo del lavoro erano un appannaggio degli archivi aziendali – oggi sono diventate di ricerca e hanno una nuova forma di collezionismo.
Nelle scelte vagliate, per la loro prima mostra Italiana, è stato pensato un racconto nel quale ripercorrere le febbrili rotte del mondo degli affari e delle merci, nel quale le tappe delle metropoli sono intervallate con luoghi periferici nei quali il racconto si addentra all’ interno di: silos, tubi, macchinari industriali, particolari ed aziende nelle quali il rumore ed il barlume del gas, il fuoco e il vapore dialogano con la routine.
Come in un attuale remake di ‘ Rumore Rosso ‘ di Michelangelo Antonioni siamo distratti da quel paesaggio articolato ed industriale nel quale perdersi, o ritrovarsi. |